Marina Mancini

Marina Mancini ha coordinato la manifestazione dedicata a Peppino Impastato

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Marina Mancini Nino Di Matteo Giovanni Chinnici
Marina Mancini Nino Di Matteo Giovanni Chinnici

SMarina Mancini Nino Di Matteo Giovanni Chinniciuccesso per la partenza della “due giorni” dedicata a Peppino Impastato: ospite d’onore Nino Di Matteo 

Bagheria, 24/10/2013 –  Dinanzi ad una platea di studenti, autorità politiche e civili, si è svolto il primo dei tre appuntamenti
dedicati alla figura di Peppino Impastato che il Comune di Bagheria ha voluto dedicare in occasione della presentazione del docu-film di Ivan Vadori “ la voce di Peppino Impastato” che sarà proiettato al pubblico stasera a partire dalle ore 20,30 al Cinema Excelsior.

L’incontro di stamani ha visto protagonisti assoluti uomini delle istituzioni che sono testimoni diretti dell’attività giuridica e istituzionale antimafia.

Presenti, oltre al sindaco Vincenzo Lo Meo, al vicesindaco Massimo Mineo e all’assessore Antonio Scaduto, tre illustri nomi: Il sostituto procuratore antimafia della DDA di Palermo Nino Di Matteo, Giovanni Chinnici, figlio del magistrato Rocco, e Giovanni Impastato, fratello di Peppino.

Il coordinamento è stato realizzato dalla responsabile dell’Ufficio Stampa Marina Mancini.

La manifestazione è stata organizzata grazie alla collaborazione delle associazioni bagheresi “Bagheria Bene Comune” e della “ Comunità marinara di Aspra”.

Dopo la proiezione del trailer di presentazione dell’evento dedicato a Peppino Impastato realizzato da Marco Morana, l’apertura è stata affidata al vicesindaco Massimo Mineo , colui che ha mediato e coordinato l’organizzazione dei due giorni.

Mineo ha voluto ringraziare in particolare due insegnanti Emanuela Pipitone e Lavinia Vela , la prima che ha avuto i contatti con il regista Vadori e con Giovanni Impastato, e la seconda perché ha garantito la presenza di personaggi istituzionali e giuridici.

“I ragazzi sono i veri destinatari del messaggio che si vuole lanciare. Gli insegnanti e i presidi hanno accolto questa idea con entusiasmo perché è necessario e utile parlare di mafia, bisogna parlarne sempre e non abbassare mai la guardia. “Noi abbiamo la necessità di riappropriarci dei nostri sogni. Abbiamo perso il nostro territorio, il nostro ambiente abbiamo perso il senso della bellezza che dobbiamo ritrovare” Riappropriamoci del bello” – così conclude Mineo.

Il sindaco Lo Meo ha voluto continuare il discorso specificando il ruolo che hanno i giudici che svolgono questo mestiere a rischio , del peso che si sente giornalmente, dell’impossibilità a vivere una vita nella assoluta normalità e di muoversi autonomamente se non sotto scorta. “Vivere con l’attenzione elevata e con la paura di essere seguito è un immenso sacrificio e di questo dobbiamo essere grati a chi fa questo lavoro con slancio. Dopo la strage di Falcone e Borsellino c’e’ una maggiore consapevolezza al rispetto delle regole e a vivere nel segno della legalità”.

dimatteo marina manciniAncora un breve intervento dell’assessore alla Pubblica Istruzione Antonio Scaduto che ha voluto sottolineare come questo sia un momento di grande emozione vedere così tanti ragazzi oggi riuniti e parlare di Peppino Impastato. “C’e un bel risveglio possiamo anche dare una nuova e bella immagine della città”.
Gioacchino Genuardi il preside dell’ITES che ha ospitato la manifestazione, ha parlato a nome di tutti i colleghi che partecipano a questa iniziativa specificando che da tempo la scuola persegue queste attività didattiche che sono finalizzate alla sensibilizzazione dei giovani alla legalità e all’avversione al fenomeno mafioso.
A questi interventi è seguìta la proiezione di dieci minuti del film di Ivan Vadori, regista friulano che ha voluto raccogliere moltissime testimonianze sulla figura di Peppino, la cui visione per intero sarà possibile seguire stasera e domani.

Giovanni Impastato ha dato una testimonianza emozionante e forte. Ha parlato dell’opera di continuità che hanno fatto lui e la madre Felicia e alla scelta di mantenere vivo il ricordo di Peppino con l’impegno e la lotta, ripudiando la famiglia che era di origine mafiosa . La storia processuale, dopo la morte di Peppino, è stata anche molto travagliata ci sono voluti ben 23 anni perché venisse fatta piena luce sul delitto, con tentativi di depistaggio delle indagini fin dall’inizio.”Un caso che si poteva risolvere in pochissimo tempo.
Bastava seguire le indicazioni di alcuni suoi compagni “ queste le parole di Giovanni.
La mafia si può combattere e si puo’ sconfiggere ma ci vuole la volontà politica e istituzionale. Così ha concluso Impastato.

Marina Manicni ha voluto sottolineare la forza e il coraggio di Felicia Impastato, mamma e donna che ha sopportato, non solo il dolore della morte di un figlio ma che ha vissuto le vicende travagliate della giovane vita di Peppino.

La parola ancora a Giovanni Chinnici,figlio del giudice ucciso per mano mafiosa, che con termini semplici e chiari si è rivolto soprattutto alla platea studentesca e ai ragazzi dell’ITES, scuola ospitante. Chinnici si è soffermato sul concetto di economia intrisa di illegalità e all’attenzione da porre in tutte le azioni quotidiane” facendo anche degli esempi espliciti di azioni giornaliere e sulle modalità di comportamento che bisogna perseguire seguendo la via della legalità.

Infine l’intervento del giudice Di Matteo che ha regalato una lezione di vita: “Non dovete considerare che ci sia una competizione tra la mafia e l’antimafia in cui i cittadini possano essere semplici spettatori, pensando che sia una cosa che non possa interessare i cittadini.

La mafia non ha ucciso soltanto uomini dello Stato, sacerdoti e giornalisti. La mafia ha ucciso la libertà, la mafia sta uccidendo la vostra dignità. Sta negando la possibilità che si sviluppi sul territorio un ambiente sano. Sta continuando ad uccidere il vostro futuro. Ecco perché non si puo’ rimanere indifferenti. Senza indifferenza di gran parte dei cittadini non potevano accadere le stragi”. E ancora “Non siate indifferenti, l’indifferenza è vigliaccheria. Parlatene con i vostri professori. Formatevi le vostre idee anche di critica nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine. E’ necessario schierarsi. Le parole di Giovanni Impastato hanno fatto riflettere su un dato. Oggi si parla di legalità ,si parla in maniera generica. La legalità è qualcosa di diverso che partecipare a incontri del genere. E’ coraggio di schierarsi. Impastato non diceva soltanto la mafia mi fa schifo ma indicava per nome e cognome. ….L’indifferenza ha creato le basi per lo strapotere mafioso.”

L’incontro ha avuto un epilogo con una serie di riflessioni fatte dai ragazzi della scuola “Carducci “e con alcune domande rivolte agli ospiti dagli stessi studenti per concludersi con una bellissima poesia recitata da un ragazzo della scuola media “Tommaso Aiello” che ha ricordato, con straziante emozione, le parole che donna Felicia ha detto dinanzi ai resti del figlio ucciso. Nella pagina facebook è disponibile una piccola galleria fotografica.

 

Successo a Bagheria per La voce di Impastato di Ivan Vadori

Bagheria, 24/10/2013 –  Un successo la proiezione del film “La voce di Impastato”  di Ivan Vadori, proiettato ieri sera, al cinema Excelsior, per la due giorni organizzata dal Comune di Bagheria e dedicata al giornalista-attivista e poeta caduto in un attentato mafioso il 9 maggio del 1978, Peppino Impastato, organizzata con la collaborazione dell’istituto tecnico economico statale Don Luigi Sturzo, il Movimento Bene Comune e l’associazione Comunità marinara di Aspra.

Dopo un primo momento di dibattito iniziato con il sindaco Vincenzo Lo Meo e l’assessore Massimo Mineo interventi per i saluti istituzionali ed i dovuti ringraziamenti, hanno preso la parola il magistrato Michele Ruvolo che ha lavorato presso la sede distaccata del tribunale, a Bagheria, l’avvocato Giovanni Chinnici figlio del magistrato Rocco Chinnici, il fratello di Peppino Impastato, Giovanni ed infine il regista-giornalista Ivan Vadori.

Particolarmente intenso e vibrante l’intervento di Giovanni Impastato, fratello del fondatore di Radio Aut, ucciso nel ‘78 e divenuto un simbolo della lotta alla mafia: un tuffo nella storia di quegli anni, gli intrecci con la politica, le lotte di Peppino, diversi gli argomenti toccati dal Giovanni Impasto che ha raccontato come sia stato difficile vivere e rompere con la cultura mafiosa della sua Cinisi.

Non meno interessati gli interventi del magistrato Michele Ruvolo che è anche tornato sulla chiusura della sede del Tribunale di Bagheria quale presidio di legalità sottolineando l’importanza dei simboli, della memoria, dei ricordi e dell’ avvocato Chinnici.

IVAN VADORI MARINA MANCINI GIOVANNI IMPASTATOPartendo dalla spunto offerto dalla coordinatrice della serata, la giornalista Marina Mancini, addetto stampa del Comune di Bagheria, che ha letto un pensiero di Paolo Borsellino sul magistrato Rocco Chinnici ricordando un forte valore cui teneva il magistrato: la religione del lavoro, l’avvocato Chinnici ha tratto spunto per parlare di economia, di riciclaggio, di necessità di creare condizioni di lavoro certe e legali in terre che sono sempre a contatto con fenomeni mafiosi.

Ha chiuso la carrellata di interventi, prima della proiezione de La Voce di Impastato, il regista, Ivan Vadori, giornalista prima di Affari Italiani, poi di Il fatto quotidiano, ha spiegato agli spettatori bagheresi perché lui, uomo del profondo nord, il Friuli, si sia appassionato alla storia di un ragazzo del profondo Sud e come quel viaggio in Sicilia in un campo scout gli abbia cambiato la vita tanto da fargli decidere di abbandonare gli studi di ingegneria per diventare giornalista.

Con la passione che contraddistingueva l’attivista Peppino Impastato, Vadori racconta la sua avventura, la sua scelta:  “Oggi mi sento un po’ siciliano anche io”  ha detto Vadori ringraziando tutti i numerosi in

Lungamente applaudita la pellicola di Vadori, finanziata parzialmente con il crowdfunding  , che vi invitiamo a vedere  per le emozioni che vi susciterà e per le interessanti interviste al giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, il magistrato Gian Carlo Caselli, il sociologo Nando Dalla Chiesa, la giornalista de “il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, il presidente di “Rete 100 Passi” Danilo Sulis, il fratello di Peppino Giovanni Impastato, il presidente di “Libera” Don Ciotti, il magistrato Franca Imbergamo, lo scrittore Carlo Lucarelli, il co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale.

“Mio fratello Peppino è patrimonio di tutti, non solo di una parte – dice Giovanni Impastato in un’intervista – Peppino è di tutti, le sue idee sono di tutti, non solo di alcuni militanti politici che fanno riferimento alla sinistra radicale. La pace, la fame nel mondo, l’ambiente, i beni comuni. È un peccato fossilizzarlo, ingabbiarlo all’interno di un’ideologia”.

comunicati dell’ufficio stampa del Comune di Bagheria