Marina Mancini

Poesie

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Quella che segue è una brevissima raccolta di alcune delle poesie di autori noti e non che hanno lasciato un segno nella mia anima, che hanno suscitati un’emozione… spero vi piacciano.Alcune sono state scritte da persone cui voglio bene, altre per persone cui voglio bene e altre ancora…. sono quelle passate alla storia 🙂

 


Non vivere su questa terra
come un inquilino
o come villeggiante nella natura.

Vivi in questo mondo
come se fosse la casa di tuo padre


Avrei voglia di baciare i tuoi occhi
che silenziosi cercano le mie labbra umide

Avrei voglia di tenere le tue mani
che forti stringono i nostri cuori

Avrei voglia di sentire l’odore della tua pelle
che dolce come bocciolo di fiore mi sfiora

Avrei voglia di ascoltare la tua voce
che delicata e sensuale mi sussurri il paradiso.

Ci sarà sempre un tempo che verrà
per mirarti in trasparenzasullo sfondo di un’aurora di Gennaio

Laudemio


Ti amo
Perchè sei mora ed i capelli prendono la traiettoria libera mentre io accarezzo la tua fronte.

Ti amo
Perchè sei grande quando le tue mani delicate e piccole accarezzano il mio animo.

Ti amo
Perché sei vera e trasparente come l’acqua, anche quando la luna fa marea.

Ti amo
Perché sei un portagioie che attendeva di essere aperto, ed a me hai donato la chiave.

Ti amo
Perché sei leggera come l’aria quando si fa suono.

Ti amo
Perché sei come l’erba di primavera, fresca e profumata.

Ti amo
Perché sei bizzarra ed estrosa come un capriccio.

Ti amo
Perché solo una persona sensibile come te poteva accorgersi di me e cogliermi sospeso.

Ti amo
Perché i tuoi occhi mi lasciano perso nell’infinità dell’amore che sai dare.

Ti amo
Perché mi fai desiderare i sussurri che sai pronunciare dalle tue strette labbra.

Ti amo
Perchè mi lasci con gli occhi chiusi a rincorrere le tue scie.

Ti amo
Perché¨ mi lasci muto quando mi avvolgi del tuo silenzio.

Ti amo
Perché il mio corpo freme quando ti penso.

Ti amo
Perché sento la vita riprendermi quando immagino quello che ancora non hai potuto darmi.

Ti amo
Perché non ho mai incontrato nessuna persona che sapesse esprimere emozioni come le tue, come sai fare tu.

Ti amo
Perché fai venir voglia di ballare a me, dico a me!

Ti amo
Perché sei coraggiosa, forte e fragile, e sei la tua ascendenza, la tua potenza.

Ti amo
Perché sei l’angelo che ho sempre avuto dietro le mie spalle e che adesso è nei miei occhi.

Ti amo
Perché io non ho mai scritto così

Ti amo
Perché quello che dicono tutti io l’ho detto per primo.

Ti amo
Perché sai anche essere il contrario di tutto!

Ma a me non importa. Aspetterò che tutte le volte che vai via tu faccia ritorno. E sarai tu ad insegnarmi a farlo.

Perché così come un discente mi appresto a te,
fischiettando come uno strafottente solo per nasconderele stonature del mio canto che non è pari con il tuo.

Laudemio


TI AMO COME

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale

come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l’acqua con le labbra sul rubinetto

ti amo comequando  guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chipieno di gioia pieno di sospetto agitato

ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo

ti amo come qualche cosa che si muove in me

quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco

ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.

Nazim Hikmet


non aspettavo
raggi di sole
e profumi di fresco…

ho imparato
a non attendermi nulla..

a prendere
il giorno che passa…

maledizione
o gioia…

così
scivolando sul tempo…

cercando

l’improbabile equilibrio sulle note di una canzone
sia vita o morte….una canzone..

sei tu
la nostra canzone

oggi…

sei un’altro filo
sul quale camminare…

sei il luogo delle parole
depositate nell’aria

e l’illusione del volo…

Mik


IL TENERO E RISCHIOSO VOLTO DELL’AMORE

Il tenero e rischioso volto dell’amore
mi apparso la sera di un giorno troppo lungo

Forse era un arciere con l’arcoo forse un musicista
con l’arpa

Io non so più
Io non so nulla

Tutto quel che so
è che m’ha ferita

forse con una freccia
forse con un canto

Tutto quel che so

è che m’ha ferita

e ferita al cuore e per la vita
scottante oh scottante
ferita dell’amore.

 

JACQUES PREVERT


Silenzi sofferti

navigano in mari

di angoscia.

Foglie leggere

ardite speranze

in fruscianti venti

di sommessi sospiri

urlati e nascosti.

a lavarne le lacrime.

mistral


Dedicata a te (Imbianchino di Parole)

Solo un imbianchino di parole
è quel che pensi d’essere

solo costruzioni di senso
è quel che credi di realizzare

solo nella tua solitudine credi di essere il vero te

solo nella tua stanza privata
componi la tua verità

solo nei suoi piccoli gesti
ritrovo la tua tenerezza

solo nel mio sguardo
riscopri la tua passione

ma non sai che non solo nel tuo viso
non solo nella tua voce
non solo nel tuo pensiero

io mi ritrovo.

Marina


I TUOI OCCHI… I TUOI OCCHI… I TUOI OCCHI…

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

che tu venga all’ospedale o in prigionenei tuoi occhi porti sempre il sole.

 

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

questa fine di maggio, dalle parti d’Antalya,

sono così, le spighe, di primo mattino;

 

i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

quante volte hanno pianto davanti a me

son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,

nudi e immensi come gli occhi di un bimbo

ma non un giorno ha perso il loro sole;

 

i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

che s’illanguidiscono un poco, i tuoi occhi

gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:

allora saprò far echeggiare il mondo

del mio amore.

 

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

così sono d’autunno i castagneti di Bursa

le foglie dopo la pioggia

e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.

 

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno

che gli uomini si guarderanno l’un l’altro

fraternamente

con i tuoi occhi, amor mio,

si guarderanno con i tuoi occhi.

Nazim Hikmet


Come l’efriti nella bottiglia

Io sono stato la pioggia,

ma e’ successo molto tempo fa,

quando scoprii

che le stelle si annullavano in un vortice scuro,

dove non avevo speranza di raccoglierle. Neppure con gli incantesimi segreti che in quei giorni

mi venivano insegnati.

Allora, sono stato la pioggia,

uscendo per strade fatte di nebbia

buffa, dolce, tragedia scossa dalle tempeste.

C’era ancora qualcosa che dovevo capire,

come adesso, comunque.

Spiavo il cambiamento nascere dal silenzio

e credevo di aver scoperto una musica

che non poteva essere udita se non con sforzo supremo,

di dedizione e dolcezza.

E allora fui il Silenzio, poichè era giusto,

inevitabile…

Ma è stato molto tempo fa.

Volevo tacere per ascoltare, poiche’ cosi soltanto

avrei conosciuto quella musica presso il fiume,

dove le barche correvano, inseguendo i secoli dei tempi.

In cui le verita’ furono forgiate in parole scritte

su carta pergamena.

Io sono stato l’acqua, come acqua fresca e limpida,

o torbida e avvelenata, secondo il senso e il principio

che guidava le mie azioni.

I giorni allora come acqua, scorrevano

via da me, neppure tentavo di inseguirli,

e poi,

perchè avrei dovuto, ovunque andassero

ero li’ con loro

Ma questo succedeva, quando succedeva,

secondo un prestabilito perchè, un condiviso destino,

una soluzione nascosta, come l’incognita

di un immenso calcolo.

Affinche’ io potessi gioire nello scoprirla o intorbidirmi

d’angoscia nel non comprenderla,

poiche’ la sfida determina la natura delle nostre scelte.

E scegliere, scegliere e cambiare e’ dunque la sfida.

Puoi toccare la sfida, toccarla per conservarla

e migliorarla, perche’ duri per sempre, e sollevarla in alto.

Essere la sfida e diventare il cambiamento,

affinche’ il cambiamento faccia tacere il silenzio

E ci sara’ la musica, quella musica…

Portami ti prego dove c’e’ la musica.

Davide Moretti


I GIORNI SON SEMPRE PIU’ BREVI

I giorni son sempre più brevi

le piogge cominceranno.

La mia porta, spalancata, ti ha atteso.

Perchè hai tardato tanto?

 

Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.

Il vino che avevo conservato nella brocca

l’ho bevuto a metà , da solo, aspettando.

Perchè hai tardato tanto?

 

Ma ecco sui rami, maturi, profondi

dei frutti carichi di miele.

Stavano per cadere senz’essere colti

se tu avessi tardato ancora un poco.

Nazim Hikmet


ANIMA MIA

Anima mia

chiudi gli occhi

piano piano

e come s’affonda nell’acqua

immergiti nel sonno

nuda e vestita di bianco

il più bello dei sogni

ti accoglierò

anima mia

chiudi gli occhi

piano piano

abbandonati come nell’arco delle mie braccia

nel tuo sonno non dimenticarmi

chiudi gli occhi pian piano

i tuoi occhi marroni

dove brucia una fiamma verde

anima mia.

 

Nazim Hikmet

 

 

 

Il tuffatore

Di te amo le lunghe gambe,

puerili, lente,

aste tenere

soavi

che per spirali adolescenti salgono

infinite,

esatto tocco e fremito.

Di te amo le braccia

giovani,

che abbracciano fidenti

il mio squilibrio,

mani disvelate,

mani moltiplicanti

che accompagnano in fretta il mio incupito nuoto.

Amo il tuo grembo pieno d’ombra,

onda lenta e solinga,

dove si va facendo esausto il mare,

dove affondare sino a rompermi il cuore,

e di amore affogare

e piangere.

Di te amo i grandi occhi,

dove sondo la voragine buia della mia ansia,

per scoprire negli arcani

sotto l’oceano oceani.

Di te amo più di quanto riescano a dire

la mia parola

e la mia tristezza.

 

(Vinicius De Moraes, 1970)

 

 

 

Due rosse lingue di fuoco

che ad uno stesso tronco aderenti

s’avvicinano e baciandosi

formano una sola fiamma

due note che dal liuto

la mano insieme rapisce

e nello spazio si incontrano

e armoniose s’abbracciano

due onde che vanno congiunte

sopra un lido a morire

e rompendosi si coronano

d’una cresta d’argento

due stralci di vapore

che dal lago s’innalzano, e unendosi là in cielo

formano una nube bianca

due idee che scaturiscono insieme

due baci che scoccano in un tempo

due echi che si confondono …..questo sono le nostre due anime”.

 

Gustavo Adolfo Baacquer

 

 

 

Quest’ora sembra attendere un evento,

vo mi chiedete la causa delle mie lacrime.

Non poso dirvelo: e’ il segreto non ancora rivelato.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

Svegliati, amore, svegliati!

Il mio bicchiere e’ vuoto, riempilo,

smuovi la notte

col respiro d’un canto.

RABINDRANATH TAGORE

 

 

 

“Nella mia solitudine non trovo che il tuo canto;

e’ morto sulle tue labbra, ma ha lasciato

risonanze infinite.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

“Ah… si putesse dicere

chello c’ ‘o core dice;

quanto sarria felice

si t’ ‘o ssapesse di’!

E si putisse sentere

chello c’ ‘o core sente,

dicisse: “Eternamente

voglio resta’ cu te!”

Ma ‘o core sape scrivere?

‘0 core e’ analfabeta,

e’ comm’a nu poeta

ca nun sape canta’

Se mbroglia… sposta ‘e vvirgule

nu punto ammirativo…m

ette nu congiuntivo

addo’ nun nce ‘adda sta’…

E tu c’ ‘o staje a ssentere

te mbruoglie appriess’ a isso,

comme succede spisso…

E addio felicita’!”

EDUARDO DE FILIPPO

 

 

 

‘A livella

O gn’anno, il due novembre, c’e’ l’usanza

per i defunti andare al Cimitero.

Ognuno Il’adda fa’ chesta crianza;

ognuno adda tene’ chistu penziero.

 

Ogn’anno, puntualmente, in questo giorno,

di questa triste e mesta ncorrenza,

anch’io ci vado, e con dei fiori adorno

il loculo marmoreo ‘e zi’ Vicenza.

 

St’anno m’e’ capitata ‘n’avventura…

dopo di aver compiuto il triste omaggio

(Madonna!), si ce penzo, che paura!

ma po’ facette un’anema e curaggio.

 

‘O fatto e’ chisto, statemi a sentire:

s’avvicenava ll’ora d’ ‘a chiusura:

io, tomo tomo, stavo per uscire

buttando un occhio a qualche sepoltura.

 

QUI DORME IN PACE IL NOBILE MARCHESE

SIGNORE DI ROVIGO E DI BELLUNO

ARDIMENTOSO EROE DI MILLE IMPRESE

MORTO L’11 MAGGIO DEL ’31.

 

‘O stemma cu a curona ‘ncoppa a tutto…

sotto ‘na croce fatta ‘e lampadine;

tre mazze ‘e rose cu ‘na lista ‘e lutto:

cannele, cannelotte e sei lumine.

 

Proprio azzeccata ‘a tomba ‘e stu signore

nce steva ‘n’ata tomba piccerella,

abbandunata, senza manco un fiore’,

pe segno, sulamente ‘na crucella.

 

E ncoppa ‘a croce appena se liggeva:

~ESPOSITO GENNARO NETTURBINO~

Guardannola, che ppena me faceva

stu muorto senza manco nu lumino!

 

questa e’ la vita! ‘Ncapo a me penzavo

chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!

Stu povero maronna s’aspettava

ca pure all’atu munno era pezzente?

 

Mentre fantasticavo stu petiziero,

s’era ggja’ fatta quase mezanotte,

e i’ rummanette ‘nchiuso priggiuniero

muorto ‘e paura… nnanze ‘e cannelotte.

 

Tutto a ‘nu tratto, che veco ‘a luntano?

Ddoie ombre avvicenarse ‘a parte mia…

Penzaje: stu fatto a me mme pare strano…

Stongo scetato… dormo, o è fantasia?

 

Ate che fantasia; era ‘o Marchese:

c”o tubbo, ‘a caramella e c”o pastrano;

chill’ato appriesso a isso un brutto arnese:

tutto fetente e cu ‘na scopa mmano.

 

E chillo certamente e’ don Gennaro…

‘o muorto puveriello… ‘o scupatore.

‘Int’ a stu fatto i’ nun ce veco chiaro:

so’ muorte e se retireno a chest’ora?

 

Putevano sta’ ‘a me quase ‘nu palmo,

quando ‘o Marchese se fermaje ‘e botto,

s’avota e, tomo tomo… calmo calmo,

dicette a don Gennaro: «Giovanotto!

 

Da Voi vorrei saper, vile carogna,

con quale ardire e come avete osato

di farvi seppellir, per mia vergogna,

accanto a me che sono un blasonato?!

 

La casta e’ casta e va, si, rispettata,

ma voi perdeste il senso e la misura;

la vostra salma andava, sì, inumata;

ma seppellita nella spazzatura!

 

Ancora oltre sopportar non posso

la vostra vicinanza puzzolente.

Fa d’uopo, quindi, che cerchiate un fosso

tra i vostri pari, tra la vostra gente».

 

«Signor Marchese, nun e’ colpa mia,

i’ nun v’avesse fatto chistu tuorto;

mia moglie e’ stata a ffa’ sta fessaria,

i’ che putevo fa’ si ero muorto?

 

Si fosse vivo ve farrie cuntento,

pigliasse a casciulella cu ‘e qquart osse,

e propno mo, obbj’… ‘nd’a stu mumento

mme ne trasesse dinto a n’ata fossa».

 

E cosa aspetti, oh turpe malcreato,

che l’ira mia raggiunga l’eccedenza?

Se io non fossi stato un titolato

avrei gia dato piglio alla violenza!»

 

«Famme vede’… piglia sta violenza…

‘A verita’, Marche’, mn’e so’ scucciato

‘e te senti; e si perdo ‘a pacienza,

mme scordo ca so’ muorto e so’ mazzate!…

 

Ma chi te cride d’essere… nu ddio?

Cca”dinto, ‘o vvuò capì, ca simmo eguale?…

…Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io;

ognuno comme a ‘n’ato e’ tale e qquale».

 

«Lurido porco!… Come ti permetti

paragonarti a me che ebbi natali

illustri, nobilissimi e perfetti,

da fare invidia a Principi Reali?

 

«Tu qua’ Natale… Pasca e Ppifania!!!

T’o vvuo’ mettere ‘ncapo… ‘int’ ‘a cervella

che staje malato ancora ‘e fantasia?…

‘A morte ‘o ssaje ched’e’?… e’ una livella.

 

‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grandommo,

trasenno stu canciello ha fatt”o punto

c’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme:

tu nun t’he’ fatto ancora chistu cunto?

 

Percio’, stamme a ssenti’… nun fa’ ‘o restivo,

suppuorteme vicino che te ‘rnporta?

Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:

nuje simmo serie… appartenimmo a morte!

 

 

SEI

Sei la mia schiavitù sei la mia libertÃ

sei la mia carne che brucia

come la nuda carne delle notti d’ estate

sei la mia patria

tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi

tu, alta e vittoriosa

sei la mia nostalgia

di saperti inaccessibile

nel momento stesso

in cui ti afferro.

Nazim Hikmet

 

 

 

Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,

ma non ne ho il coraggio: temo che

il mio cuore mi salga alle labbra.

Ecco perche’ parlo stupidamente e nascondo

il mio cuore dietro le parole.

Tratto crudelmente il mio dolore per paura

che tu faccia lo stesso.

Il mio cuscino mi guarda di notte

con durezza come una pietra tombale;

non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse

essere solo

e non essere adagiato nei tuoi capelli.”

GARCIA LORCA

 

 

ALLA VITA

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

Come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

dal di fuori o nell’al di lÃ

Non avrai altro da fare che vivere.

 

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

Ma sul serio a tal punto

Che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,

o dentro un laboratorio

col camice bianco e grandi occhiali,

tu muoia affinché vivano gli uomini

di cui non conoscerai la faccia,

e morrai sapendo

che nulla è più bello, più vero della vita.

 

Prendila sul serio,

ma sul serio a tal punto

che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi

non perchè restino ai tuoi figli

ma perchè non crederai alla morte

pur temendola,

e la vita sulla bilancia peserà di più.

Nazim Ikmet

 

 

E’ L’ALBA

E’ l’ alba. S’ illumina il mondo

come l’ acqua che lascia cadere sul fondo

le sue impurità . E sei tu, all’ improvviso

tu, mio amore, nel chiarore infinito

di fronte a me.

 

Giorno d’ inverno, senza macchia, trasparente

come vetro. Addentare la polpa candida e sana

d’ un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia

all’ aspirare l’ aria in un bosco di pini.

 

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto

se le nostre anime non si vedessero da lontano

non saremmo così vicini, chi sa,

se la sorte non ci avesse divisi.

 

E’ così, mio usignolo, tra te e me

c’è solo una differenza di grado:

tu hai le ali e non puoi volare

io ho le mani e non posso pensare.

 

Finito, dirà un giorno madre Natura

finito di ridere e piangere

e sarà ancora la vita immensa

che non vede non parla non pensa.

Nazim Hikmet

 

 

 

Se non puoi amarmi, amore mio, perdona il mio dolore.

Non guardarmi sdegnato, da lontano.

Tornero’ nel mio cantuccio e siedero’ al buio.

Con entrambe le mani copriro’

la mia nuda vergogna.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

 

“Ho desiderato esprimere le parole dell’amore

nella loro propria musica…

Ma questa melodia non risuona che nel mio cuore

e i miei occhi sono pieni di silenzio.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

“Basta una sola volta vedere la bellezza;

che una volta veduta eternamente accende,

ed impressa nell’anima eternamente dura.

Fiamma che vita immortale trascende

non teme con il corpo sepoltura,

ne’ il tempo l’appassisce ne’ l’offende.”

FRANCISCO DE QUEVEDO

 

 

Il PIU’ BELLO

Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.

E quello

che vorrei dirti di più bello

non te l’ho ancora detto.

Nazim Hikmet

 

 

 

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Scrivere, per esempio: “La notte è stellata,

e tremano, azzurri, gli astri, in lontananza”.

Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Io l’ho amata e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa l’ho tenuta tra le braccia.

L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch’io l’amavo.

Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Pensare che non l’ho più. Sentire che l’ho persa.

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza lei.

E il verso scende sull’anima come la rugiada sul prato.

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.

La notte è stellata e lei non è con me.

Questo sarà tutto. Lontano, qualcuno canta.

Lontano. La mia anima non si rassegna d’averla persa.

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.

Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.

Noi, quelli d’allora, gia’ non siamo gli stessi.

Io non l’amo più vero, ma quanto l’ho amata.

La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

D’un altro. Sarà d’un altro. Come prima dei miei baci.

La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

Ormai non l’amo più vero, ma forse l’amo ancora.

E’ così breve l’amore e così lungo l’oblio.

E siccome in notti come questa l’ho tenuta tra le braccia,

la mia anima non si rassegna d’averla persa.

Benchè questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa,

e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

PABLO NERUDA

 

 

La canzone,

che non dirò mai,

dorme sulle mie labbra.

La canzone,

che non diròmai.

 

Una lucciola stava

sopra le madreselve,

e la luna pungeva

con un raggio nell’acqua.

 

Allora io sognai,

la canzone,

che non dirò mai.

 

Canzone piena di labbra

e di alvei lontani.

 

Canzone piena di ore

smarrite nell’ombra.

 

Canzone di viva stella

sopra un giorno eterno.

 

 

 

Vorrei dirti le parole piu’ vere, ma non oso,

per paura che tu rida. Ecco perche’ mento,

dicendo il contrario di quello che penso.

Rendo assurdo il mio dolore per paura

che tu faccia lo stesso.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

“Nel tuo sonno, al limite dei sogni,

aspetto guardando in silenzio il tuo viso,

come la stella del mattino che appare per prima

alla tua finestra.

Con i miei occhi berro’ il primo sorriso

che, come un germoglio, sboccera’

sulle tue labbra semiaperte.

Il mio desiderio e’ solo questo.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

“Senza parlare sei arrivata come una

vera regina, di nascosto

hai posato i piedi dentro l’anima.”

RABINDRANATH TAGORE

 

 

 

“Nella profondita’ malinconica del cielo

e’ il suo sguardo, ma dove sono i suoi occhi?

Per aria volano i suoi baci, ma dov’e’ la sua bocca? “

RABINDRANATH TAGORE

 

 

“Io vi ho amata: e ancora forse l’amore

Nell’anima del tutto non ho spento;

Ma che esso non sia per voi tormento;

Non voglio che alcunche’ vi dia tristezza.

Io vi ho amata in silenzio, senza speranza,

Di timidezza soffrendo, di gelosia;

io vi ho amata davvero, e cosi’ teneramente

Come Dio vi conceda d’essere amata da un altro.”

ALEXANDR PUSKIN

 

 

 

“Temo di perdere la meraviglia

dei tuoi occhi di statua e la cadenza

che di notte mi posa sulla guancia

la rosa solitaria del respiro.

Temo di essere lungo questa riva

un tronco spoglio, e quel che piu’ m’accora

e’ non avere fiore, polpa, argilla

per il verme di questa sofferenza.”

GARCIA LORCA

 

 

“Così per me tu reggi la vita e la morte

racchiuse nella luce dei tuoi occhi, e sai

darmi con il tuo sguardo morte e vita,

e io sono felice, anche se la mia sorte

vuole che la mia vita dipenda da te; se mi dai

la morte, presa da te la morte mi sara’ gradita.”

LUIS VAZ DE CAMOES

 

 

 

AMO IN TE

Amo in te

l’avventura della nave che va verso il polo

amo in te

l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte

amo in te le cose lontane

amo in te l’impossibile

entro nei tuoi occhi come in un bosco

pieno di Sole

e sudato,affamato,infuriato

ho la passione del cacciatore

per mordere nella tua carne

amo in te l’impossibile

ma non la disperazione.

Nazim Hikmet